Anno 1984. Io ero piccino ( avevo 8 anni...) , in vacanza con famiglia e parenti a Punta Marina ( Ravenna). In una delle case , affittate per l'occasione , c'era un tavolo da Ping Pong e , se non sbaglio , era di pietra , di quelli che arredano il giardino un po' come i nani di gesso.
Ricordo le interminabili sfide con i miei cugini e i loro amici , io ero il più piccolo e gli altri mi sembravano fortissimi e imbattibili. Ma mi divertivo lo stesso e il senso di sfida cresceva e la passione per quel gioco di pari passo. Mio padre , artigiano del legno ( falegname mi è sempre sembrato riduttivo...) , costruì , per me e mio fratello , un tavolo smontabile.
E così ogni estate seguente si trasformò in un rituale fatto di lunghissime sfide tra amici e cugini , sotto il sole del pomeriggio fino quasi al tramonto , ogni giorno.
1985 , 86 , 87... Lignano , Sirmione , ancora Lignano Sabbiadoro.
Sopra il tetto dell'auto portavamo il tavolo anche nei luoghi di villeggiatura.
Poi , non so spiegarmi come , non lo ricordo , la passione affievolì e le partite finirono.
Forse eravamo solo cresciuti e ci interessavano altre cose...
Fino alla settimana scorsa.
Da tempo due amici mi dicono di avere il tavolo e di voler giocare. Finalmente ci decidiamo ma , a casa , non riesco a trovare la mia racchetta personale e porta fortuna. Non importa. Giochiamo lo stesso. Non forzo niente , mi limito a buttare la palla al di là della rete , ogni tanto provo un "numero" ma con un quarto della convinzione necessaria. E mi diverto.
Ancora belle sfide , ancora amici , ancora mio fratello , mi sembra un deja vù...
Ci prendo gusto , ritrovo i meccanismi , miglioro man mano che giochiamo , mi sembra di tornare indietro nel tempo.
Vinco e perdo , non è importante , ritrovo il ping pong , il gioco della mia infanzia.
E la scintilla si riaccende.
Non vedo l'ora di giocare di nuovo...
ciao ciao
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