Jean-Pierre Gibrat è come Claude Monet.
E i due buttafuori lo sollevarono a forza e lo portarono verso l'uscita di sicurezza che dava sul vicolo maleodorante.
Che cazzo dici , tappo? Prima regola: non si prende per il culo il proprio pubblico! ringhiò Energumeno Uno.
Ammesso che tu ne abbia mai avuto uno... aggiunse sogghignando Energumeno Due.
Adesso torni dentro e sistemi le cose , cazzo!
Il povero blogger risalì sul palco e , con voce tremante , riprese a parlare.
Volevo dire che Gibrat e Monet hanno qualcosa di simile.
Energumeno Uno gli lanciò un'occhiataccia.
Di comparabile.
Energumeno Due stava cambiando colore: bianco "questo è pazzo" , arancione " tu scherzi con il fuoco" , rosso " adesso ti meno".
Oh , insomma! Quando guardo un quadro di Monet sto bene , trasmette serenità , rilassatezza , ariosità. Pennello delicato e colori tenui. Ma sullo sfondo , appena distinta , percepite una tensione , una spinta emotiva malinconica. Non avete quest'impressione? Impressione! Ah , ah , ho scelto il termine giusto! Con Gibrat è lo stesso. Colori pastello e sensazione di placida calma , tratto soffice ma ricercato e comunicativo. Tutto contribuisce a trasmettere un senso di calma apparente. Apparente , appunto. Perchè la tragedia è sempre dietro l'angolo , pronta a sconvolgere le vite dei personaggi che l'autore ritrae con un misto di affetto e ironia che ammalia il lettore in modo totale.
Per questo , cari signori , concludo dicendo che Jean-Pierre Gibrat è un grandissimo artista.
Proprio come Claude Monet.
I due buttafuori scattarono come belve feroci e lo trascinarono verso l'uscita.
Il pubblico era sbigottito , incapace di reagire a quanto aveva appena sentito. Ora poteva solo immaginare onomatopee di ossa rotte e labbra tumefatte provenire dal vicolo.
In fondo alla sala un ragazzino incominciò a sfogliare Mattéo , l'ultimo libro di Gibrat , e si rese conto che il blogger non aveva tutti i torti.
Però Monet , che cavolo c'entrava?
ciao ciao
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