martedì, maggio 18, 2010

La Montecchia , ovvero Alajmo passo secondo

Chiamarlo pranzo è riduttivo. E' un'esperienza , un viaggio , un gioco , un divertimento.
Quando entri in uno qualsiasi dei tanti regni della famiglia Alajmo sai già che i tuoi sensi saranno magicamente sollecitati e dolcemente appagati.
A partire dalla crema di piselli con fonduta di parmigiano , un'esplosione di gusto , passando per la battuta di manzo con crema d'uovo e lattuga all'aceto , piatto semplice ma perfettamente equilibrato. Poi un risotto con asparagi bianchi e verdi con polvere di Tandoory e liquirizia , semplicemente perfetto per cottura e armonia di sapori , e coscia d'oca croccante con crema di patate , caponatina e salsa ai pepi , piatto che al solo guardarlo aumenta la salivazione. E si chiude alla grandissima con i bignè allo zabaione liquido con panna e ristretto di caffè dove la carica dello zabaione viene abilmente bilanciata dalla delicatezza della panna.
Il servizio è allo stesso livello della cucina , preciso e impeccabile , mai invadente e sempre cordiale , mentre alla gioiosa atmosfera in tavola contribuisce senza ombra di dubbio anche l'ambiente elegante ma rilassante con le finestre e la veranda che si affacciano sul green dell'omonimo golf club.
Alla fine di questo straordinario percorso culinario sorge però spontanea una domanda.
Se La Montecchia , una stella nella prestigiosa guida Michelin , mi ha incantato in questo modo , Le Calandre , dall'alto delle tre stelle , cosa sono? Un viaggio mistico? L'Eden dei gourmet? Il Nirvana dei gastronauti?
Penso proprio che lo scoprirò presto...




ciao ciao

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