mercoledì, agosto 05, 2009

Vogliamo essere così?

Nel numero 803 della rivista Internazionale c'è un articolo a firma Karl Hoffmann , corrispondente per la radio e televisione tedesca Ard ( risiede in Italia dal 1988 e si occupa di mafia e immigrazione ) , che mi ha molto colpito , specialmente nell'ultima parte che riporterò più sotto.
Parla dei campi di detenzione libici dove sono rinchiusi gli immigrati che tentano di raggiungere l'Europa. Gli stessi disperati che , per volere di una delirante legge ispirata dalla Lega , il nostro governo , paladino dell'ipocrisia occidentale ( vedi "missione di pace" in Afghanistan..) , respinge forzatamente in barba a tutte le violazioni di diritti sanciti e riconosciuti ( in particolare il diritto d'asilo affermato sia dalla Dichiarazione universale dei diritti umani , sia dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati ).
Veramente pensiamo di poterci fidare di un dittatore come Gheddafi?
Possiamo bellamente infischiarcene della sorte dei poveretti che spingiamo verso le coste libiche , tanto l'importante è che non arrivino in Italia?

"...Salvatore , un amico di Porto Palo in Sicilia , dopo aver smesso di fare il pescatore , è andato in Libia sulle navi di supporto alle piattaforme petrolifere. Un giorno si è avvicinato un barcone alla deriva con più di settanta persone a bordo , stremate e assetate. Salvatore e i suoi uomini li hanno caricati a bordo , offrendogli acqua e biscotti. Poi sono arrivati i soldati libici che hanno gettato l'acqua e il cibo in mare e rinchiuso i migranti in un container. A Salvatore e all'equipaggio è stato ordinato di riportare il container a terra in Libia: un viaggio di otto ore sotto il sole bollente. Arrivati al porto li aspettava un camion. Una gru ha preso il container per portarlo non si sa dove. C'erano dentro settanta uomini cotti per diverse ore a 60 gradi in una scatola di ferro , ormai sicuramente morti. Salvatore ha cambiato lavoro , ma il ricordo di quell'episodio ancora lo perseguita"



ciao ciao

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